Date:
Location:
Pregnana Milanese (MI)

Riqualificazione del Palazzo Comunale di Pregnana Milanese (MI) e delle aree limitrofe – Concorso di idee – primo classificato

Il tema proposto dal bando di gara richiede risposte puntuali in merito a tre distinte istanze pre-progettuali tra esse evidentemente correlate, relative alle problematiche attuali che presenta Piazza della Libertà ed i fabbricati che la stessa ospita. La prima istanza, che definiremo di “rappresentanza”, si riferisce al ruolo intrinseco di Piazza della Libertà intesa come vera e propria agorà, un filtro, uno spazio di mezzo tra il popolo e chi per il popolo lavora e decide, uno spazio non di risulta né marginale abitato, vissuto, transitato, usufruito e “consumato” dai cittadini della polis. La seconda istanza, che definiremo di “origine”, è relativa alla necessità comune a tutti gli agglomerati urbani presenti sul territorio nazionale, di onorare e preservare le testimonianze della propria provenienza, delle origini appunto, una “conservazione” generata da una preesistenza non per come è in ordine a caratteri estetici, ma per cosa è, per cosa rappresenta, per cosa tramanda, per cosa racconta. La terza istanza, che chiameremo di “funzione” è legata all’utilizzo dell’edificio/edifici su Piazza della Libertà; in base alle previsioni di crescita urbanistica e demografica le attuali funzioni ospitate nell’ex filanda non sono sufficienti a rispondere alle esigenze future né da un punto di vista “quantitativo”, in quanto gli uffici ospitati risultano di modeste dimensioni, né tantomeno dal punto di vista “qualitativo” non garantendo la condizione attuale una razionale fruizione degli spazi per chi ospita e per chi è ospitato. Alle tre istanze pre-progettuali corrispondono altrettante risposte progettuali distinte ma tra esse correlate e complementari, segnatamente Piazza della libertà – la piazza (istanza di “rappresentanza”), l’ex filanda – la preesistenza (istanza di “origine”) e il nuovo fabbricatol’integrazione (istanza di “funzione”).

LA PIAZZA

L’analisi del tessuto urbano di Pregnana Milanese non ha evidenziato importanti riferimenti spaziali o valide linee direttrici che permettessero di legare l’intervento con lo stato di fatto: sebbene la piazza antistante la chiesa patronale dei SS Pietro e Paolo, e l’orientamento della Chiesa stessa unitamente ai fabbricati ad essa adiacenti evidenzino una inclinazione comune e diversa rispetto alla restante parte dell’edificato, essa sembra non incidere visivamente sull’area di nostro interesse. Caduta la necessità di relazione, la scelta progettuale si è concentrata sulla piazza e sulla riorganizzazione spaziale della stessa. L’attuale “centro” della piazza, ubicato in prossimità del monumento ai Caduti, è stato traslato sul lato est più ampio e corrispondente, in base alla proposta progettuale, con il nuovo ingresso agli uffici comunali. Come un passo lascia un’orma, l’operazione attuata non ne cancella le tracce. Lo spazio circostante il monumento ai caduti non cessa di essere luogo ma non è più “il luogo”; esso lega e rimanda lo spazio presente sull’altro lato a sud di piazza della Libertà verso la “nuova piazza”, attraverso un percorso rettilineo evidenziato con un segno a terra composto da lunghe lastre di pietra naturale chiara. La “linea” lega gli spazi attraversati composti da porzioni sistemate a verde e porzioni pavimentate con grandi lastre di pietra naturale grigia di diverse gradazioni e posate senza fuga. Il taglio delle lastre, la loro posa, e le direzioni degli arredi della piazza subiscono l’influenza delle direzioni generate dagli interventi attuati nei fabbricati e espilcitate in seguito. Le due direzioni, l’una coincidente con l’orientamento della filanda e l’altra ruotata di circa tre gradi, attraversano l’intero spazio trasversalmente e longitudinalmente. La pavimentazione alterna lastre trapezoidali a lastre rettangolari, e detta il ritmo all’approsimarsi dell’ingresso al Comune con lastre rettangolari di pietra naturale chiara. Gli elementi di arredo urbano ed in particolare lunghe sedute costituite da blocchi “estrusi” dal pavimento segnano con alternanza non regolare trasversalmente e longitudinalmente lo spazio. L’organizzazione del verde prevede alberature a medio ed alto fusto sui confini della piazza come “filtro”e la preservazione dei due olmi esistenti, con radici l’uno sul verde preesistente, l’altro sul “nuovo”. L’area giochi, allo stato attuale posizionata a ridosso dell’asse stradale, è ubicato sul lato più ad est della piazza protetto da un filare di alberi e lontano dal traffico veicolare.

LA PREESISTENZA E L’INTEGRAZIONE – IL PROGETTO

Le istanze di “origine” e di “funzione” trovano la loro sintesi nel rapporto tra la preesistenza e l’ integrazione. L’intento è stato quello di integrare senza aggredire né “sporcare” la morfologia regolare dell’ex filanda. Per ottenere il risultato il nuovo edificato è stato posizionato nell’area retrostante di larghezza identica all’edificio dell‘ex filanda, attualmente occupata da una basso fabbricato che ospita associazioni culturali. I due volumi affiancati vengono attraversati da una fascia longitudinale (area comune pubblica) larga circa 4 ml la cui direttrice centrale è costituita dal muro settentrionale dell’ex filanda. La fascia divide la totalità della pianta in tre rettangoli. Il nuovo volume ideale viene spinto verso est per circa 15ml lungo la “faglia” del muro condiviso, trascinando nel movimento il lati esterni della fascia longitudinale e trasformando quello che in pianta era una successione di rettangoli in una alternanza di geometrie trapezoidali. Il movimento libera una porzione dei due volumi ad est e ad ovest, che ospiteranno i due ingressi principali del progetto. La pianta della preesistenza e del nuovo edificio appaiono simili come anche simile è il trattamento in alzato degli stessi. Ma quello che per la preesistenza è architettura nell’involucro per il nuovo risulta l’architettura dell’involucro: il contenuto del vecchio fabbricato diviene nel nuovo edificio il contenitore. In sezione risulta un’alternanza di spazi pubblici a doppia altezza e spazi privati ad altezza ordinaria separati da due pareti inclinate di grandezza e trattamento diversi. La prima, interna in legno, protegge dall’area pubblica le funzioni contenute nell’edificio dell’ex filanda, la seconda, esterna in corten e vetro, protegge il nuovo blocco degli uffici. Sezionando trasversalmente l’edificio appare evidente il ritmo forma-funzione riscontrabile in planimetria e avente come asse di specularità il muro nord dell’ex filanda: uffici – distribuzione orizzontale – parete filtro inclinata in legno – area comune a doppia altezza – muro intermedio della preesistenza – area comune a doppia altezza – parete filtro inclinata in corten microforato – distribuzione orizzontale – uffici. Gli uffici del nuovo edificio e quelli del vecchio fabbricato vengono messi in comunicazione al primo livello per mezzo di due pensiline che attraversano trasversalmente le zone adoppia altezza.

LA PREESISTENZA

L’edificio dell’ex filanda che “contiene” gli uffici comunali, rappresenta la testimonianza del passato e delle tradizioni manifatturiere del centro abitato. Allo stato attuale il fabbricato sembra avere perduto i propri caratteri identificativi ad eccezione delle sei grandi aperture vetrate distribuite lungo i due lati maggiori. Per il resto il fabbricato presenta superfetazioni e aggiunte dozzinali sia negli elementi morfologici che nelle finiture. L’obbiettivo dell’intervento è quello di restituire all’edificio i suoi caratteri morfologici senza alterarne i volumi e le geometrie né i rapporti dimensionali dello stesso, operando invece al suo interno. Il fabbricato subisce uno “svuotamento” con l’eliminazione di tutti gli elementi solai e partizioni interne comprese, l’eliminazione delle due tamponature di testa prive di qualsiasi carattere, e la rimozione della copertura a falde inclinate in eternit. I due muri longitudinali vengono conservati e restituiti al loro aspetto originale, ricostituendo su ambo i lati le grandi aperture ad arco ribassato. La struttura, attualmente in muratura portante, è integrata e consolidata con una struttura complementare in acciaio costituito da pilastri e travi HE di dimensione adeguata a sorreggere la nuova copertura. Le pareti così consolidate sostengono una serie di dieci capriate metalliche appoggiate su travi a C a costituire il cordolo di unione tra muri e copertura e tali da denunciare sia all’interno che all’esterno la discontinuità con gli elementi preesistenti. La capriata unitamente all’orditura secondaria costituita da putrelle di sezione minore, vanno a sorreggere pannelli di copertura con telaio metallico e specchiature in vetro con vetrocamera e trattamento per la protezione ai raggi UV, sormontati da elementi brise – soleil orientabili costituiti da elementi fotovoltaici. La copertura subisce quindi una rilettura dei suoi elementi compositivi conservando la medesima morfologia e le medesime dimensioni. Le due pareti di testa (lati corti) rimosse, vengono sostituite da pareti interamente vetrate e arretrate rispetto al filo attuale, protette dalla luce diretta del sole grazie alla copertura. All’interno, l’edificio lungo circa 45 metri viene “tagliato” da un segno continuo longitudinale ed inclinato sia in pianta sia in sezione: lo spazio interno risulta quindi diviso in due parti, uno a tutta altezza, pubblico, e dal quale è possibile vedere la copertura e apprezzarne l’immaterialità e la luce che la attraversa, l’altra divisa su due livelli, a contenere alcune funzioni degli uffici comunali. La parete che separa i due spazi, inclinata sia in pianta che in sezione, è costituita da un telaio metallico che sostiene lunghe lamelle in essenza lignea distanziate abbastanza da renderla parzialmente permeabile alla vista e alla luce e con la funzione di separare lo spazio “pubblico” dalla distribuzione agli uffici al piano terra e celare il ballatoio al piano primo. Il collegamento verticale è garantito da una scala ad una rampa in testata (visibile dall’esterno in corrispondenza dell’ingresso) e da due elevatori. Le funzioni sono distribuite in due blocchi su due livelli, intervallati da aree di sosta e di attesa che ospitano i servizi igienici a norma di legge.

L’INTERVENTO EX NOVO – L’INTEGRAZIONE

Il nuovo fabbricato che occupa un’area identica in lunghezza e in larghezza a quella occupata dall’ex filanda, si sviluppa su tre livelli fuori terra oltre al piano terreno. In pianta l’edificio risulta uguale e contrario alla preesistenza ma quelli che nel vecchio edificio risultano essere degli spazi ricavati all’interno di un involucro, nel nuovo risultano essere elementi volumetrici. Anche nel nuovo edificio lo spazio comune è a doppia altezza e lo stesso ospita nelle sue estremità i due ingressi agli uffici comunali. Il volume si presenta permeabile alla luce sui lati liberi costituiti da lastre in vetro opalino di diverse trasparenze e sulla copertura costituita da pannelli intelaiati con specchiature in vetro con vetrocamera e sovrastante brise – soleil. Il filtro tra le aree pubbliche e di transito che nella preesistenza è costituito da lamelle lignee, nel nuovo edificio è costituito da una omologa parete protetta all’esterno da una lamiera in acciaio corten microforato, distanziata da una retrostante parete vetrata protetta dai raggi solari. Il trattamento della pelle in corten microforato permette il passaggio della luce diurna all’interno senza causare un eccessivo riscaldamento della superficie interna, e nelle ore notturne permette la visibilità dell’illuminazione interna dall’esterno. La pelle in corten microforato riveste l’intero prospetto principale dell’edificio e, senza soluzione di continuità, sale a rivestire anche la copertura laddove evidentemente la superficie da microforata diviene compatta ed impermeabile. In sezione la parete risulta un “foglio” inclinato, piegato e tagliato che riveste/contiene/protegge le funzioni “istituzionali” ospitate invece in un blocco più austero, lineare, ordinato. Questi caratteri sono riconoscibili nel prospetto posteriore, scandito da aperture finestrate corrispondenti alle funzioni interne. Le aperture tra piano e piano sono dis-assate ma lo studio dei sistemi di oscuramento permette una lettura “ordinata” del ritmo. Le persiane zincate scorrono dietro la parete vantilata di rivestimento esterno, rimanendo solo parzialmente in vista; quando la persiana ricopre totalmente il vano finestra la porzione precedentemente celata scopre una striscia rivestita in corten. La distribuzione verticale è garantita da un corpo scale ubicato all’estremità ovest e da due ascensori. Le funzioni sono distribuite in tre blocchi su quattro livelli intervallati da aree di sosta/attesa che ospitano anche i servizi igienici.

LE FUNZIONI

Le funzioni precedentemente ospitate all’interno dell’edificio dell’ex filanda sono, nella proposta progettuale, divise tra il vecchio corpo di fabbrica e quello nuovo. Il primo è occupato dagli uffici parzialmente e solamente su due livelli. Ospita al suo interno al piano terra una parte dell’Ufficio Tecnico e della gestione del territorio, l’Ufficio Ragioneria e Tributi e un bar pubblico, al piano primo la restante parte dell’Ufficio Tecnico, l’Area Sociale, l’Ufficio Segreteria. Il nuovo fabbricato si sviluppa invece su quattro livelli ed ospita al piano terra la Polizia Locale e uno spazio per le Associazioni entrambi con accesso autonomo dall’esterno ubicate nelle estremità dell’edificio e l’Ufficio Anagrafe. I piani primo e secondo sono occupati interamente dagli Uffici Istituzionali e dal segretario Comunale. Il terzo livello ospita invece un ampio archivio, tre sale riunioni polivalenti e la centrale termica. Al piano terra l’area compresa tra i due blocchi di uffici è insieme percorso e spazio pubblico; dal piano primo in poi la distribuzione è garantita da ballatoi con affaccio interno protetti dalle pareti inclinate. Inoltre i due blocchi degli uffici sono posti in collegamento al piano primo per mezzo di due pensiline. La divisione degli uffici in blocchi fisicamente identificabili, consente una agevole flessibilità ed intercambiabilità degli spazi e delle funzioni oltre che una facile riconoscibilità dall’esterno. Al confort acustico degli uffici contribuiscono oltre che le pareti stesse degli ambienti opportunamente insonorizzate, anche le due pareti inclinate, filtri tra le zone pubbliche e i percorsi. In particolare quella rivestita con lamelle in essenza lignea, trovandosi all’interno di un grande involucro svuotato (ex filanda), costituisce un efficace filtro visivo e acustico.

Capogruppo: arch. Andrea Quattrocchi

Gruppo di progettazione: arch. Andrea Quattrocchi, arch. Gianluca D’Elia, Stefano Martorelli, arch. Patrizio Roma.